La dittatura del virus
E' di ieri l'articolo di Piero Ignazi su La repubblica dal titolo La "La democrazia alla prova del virus", nel quale si affronta un tema che forse ad un certo 30% circa degli italiani non interessa o sarebbe da evitare. Durante gli ormai rarissimi scambi di opinioni con altre persone, es. il fornaio, l'addetto al supermercato o qualche altro, è inevitabile non affrontare l'argomento unico in questo frangente; e questi sono tutti concordi nel pensare che questo tipo di misure sono più efficaci là dove c'è un uomo forte al comando, che sia Xi Jinping o Putin, gli unici capaci di educare le masse e bloccare i contagi. Il bravo giornalista però considera il fatto che noi italiani, almeno per ora, non viviamo in dittatura ma in democrazia. Queste misure sono perfette per affrontare questa emergenza, infatti l'art. 16 della costituzione deroga il principio di libera circolazione solo per motivi sanitari o di sicurezza, ma i detti motivi appunto devono essere temporanei succeda quel che succeda, in questo momento storico non si possono cancellare con un colpo secco di spugna tutte le libertà personali sin qui acquisite, va bene fermare o limitare la diffusione del virus ma vanno tutelati anche i diritti insiti nella nostra democrazia.
So che in questi momenti è necessario sacrificarsi per ottenere i risultati sanitari voluti, ma non oso immaginare il protrarsi di questa assurda situazione di stallo forzato.
Secondo il mio umile parere tutte le forze antifasciste presenti in Italia oggi, devono vigilare ancor di più, per scongiurare il ritorno dello spettro dell'uomo forte al comando con tutte le tragiche e già note conseguenze!!
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